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Non vi sono all’inizio parole, ma solo due segni, e i più semplici che esistano, linea continua e discontinua, intera o spezzata. Dal gioco di alternanza delle sue figure, dagli effetti di contrapposizione e correlazione, si origina il senso. In seguito, su questa combinatoria è venuto a innestarsi un insieme di sentenze e commenti ch…
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Non vi sono all’inizio parole, ma solo due segni, e i più semplici che esistano, linea continua e discontinua, intera o spezzata. Dal gioco di alternanza delle sue figure, dagli effetti di contrapposizione e correlazione, si origina il senso. In seguito, su questa combinatoria è venuto a innestarsi un insieme di sentenze e commenti che hanno finito col formare il testo che oggi conosciamo. I Ching, un testo fondamentale per tutta una civiltà.
François Jullien, filosofo e sinologo, insegna all’Università Paris-VII. Si occupa dello studio del pensiero e dell’estetica della Cina classica in una prospettiva interculturale. Tra le sue opere, tradotte in una ventina di paesi, nel catalogo Laterza: Figure dell’immanenza. Una lettura filosofica del «I Ching» (2005); Pensare l’efficacia in Cina e in Occidente (2006); Parlare senza parole. Logos e Tao (2008); L’universale e il comune. Il dialogo tra culture (2010).